“L’arte di Anna Esposito non si può inquadrare in nessuna corrente o tendenza o gruppo: essa spazia nel campo del- l’immaginazione e della fantasia in assoluta libertà di tecnica e di invenzione giovandosi di ogni specie di materiali antichi e nuovi. Fin dagli inizi le sue opere appaiono come un agglomerato delle più disparate materie, stoffa, plastica, vetro in composizioni di significato ambiguo e che lasciano al riguardante la più ampia libertà di interpretazione. […] Gli animali, visti con affettuoso sentimento poetico, anche se talvolta quasi doloroso, hanno interessato e interessano ancora l’artista e subiscono le più strane metamorfosi […] Per un certo tempo l’artista ha imitato ironicamente i decollages di Rotella, ma dipinti ad olio, non fatti con carta di manifesti strappati. Si vedono i più strani rapporti: i semi di zucca sono le mitre di vescovi affollati in un ambiente imprecisabile, un gruppo di signori dignitosi sembra discutere dell’eterna questione dell’uovo e della gallina intorno a un enorme uovo posato entro un grande nido di vera paglia. la fotografia è stata, negli ultimi anni, alla base delle immagini della Esposito: sopra questa l’artista compone, integrandone le varie parti, i suoi di- versi materiali per raggiungere un’unità e una complementarietà dei vari elementi.
L’ironia, l’umorismo e il sarcasmo fino spesso al grottesco, il ludico, il senso del gioco sono alla base della sua arte e animano tutte le sue invenzioni in modo così stimolante da dare al riguardante la più ampia possibilità di partecipazione e di integrazione. E anche componente fondamentale è l’ambiguità: il quadro più significativo in questo senso è una grande fotografia. Questa volta senza interventi di materiali, di un insieme di tubi di nave composti in modo che, lisci e rotondi come sono, si potrebbero anche interpretare come gambe femminili. Un altro dato importante dell’arte della Esposito è quello dei molteplici aspetti della società dei consumi, barattoli, cassette, plastiche variamente combinate così da suggerire considerazioni anche lontane dagli oggetti nella loro realtà: del resto la sua arte non è mai realistica e piuttosto tende al surrealismo, sottolineando il concetto di spaesamento come in un quadro in cui una nuvola entra dal vetro di una finestra (forse un ricordo di Magritte). […]
Un’arte originale, che spazia in una vasta gamma di immagini sempre intelligenti, fantasiose e stimolanti e che perciò è da considerare come una delle più interessanti nel panorama dell’arte contemporanea”.
[Palma Bucarelli, Galleria Banchi Nuovi, Roma, giugno 1987]